Il mio podcast si intitola Let the good times roll perché la speranza (che non vada tutto in vacca) è l'ultima a morire, e perché Ray Charles è Ray Charles, e non si tocca. In LTGTR troverete qualche news, qualche riferimento storico, qualche segnalazione, ogni tanto cose a caso ma mai a casaccio - a proposito, un saluto a Max Casacci, perché Microchip emozionale è stato, è e resta un […]
Nome: Stefano
Età: in crescita
Capelli: in perdita
Altezza: in diminuzione
Peso: variabile
Fisico: in disfacimento
Umore: tipo montagne russe, hai presente?
Passioni: la musica, innanzitutto, e da qui parte tutto. Ascolto di tutto, o quasi, da sempre. Dai genitori le prime basi, classica e leggera italiana (ringrazio sempre gli dei per averci regalato Mina, anche se Aretha è meglio), da fratelli e sorelle tutto il resto – in particolare pop, rock, cantautorato.
Scopro tardi il jazz ma non mi appassiona (a parte Chet Baker, mon amour); poi i grandi amori, punk, blues, il soul, il rhythm and blues, la British invasion e Il mito americano, U2 e R.E.M. – ma anche l’Irlanda…
Ideologia di riferimento: I Beatles sono la più grande rock’n’roll band della storia, i Clash the only band that matters, Clapton is God, De Gregori “er principe”: su tutto il resto, si può discutere.
Credo nella voce di Jeff Buckley e nell’America di Springsteen, e credo ci meriteremmo più Faber e meno Fabri.
Il mio podcast si intitola Let the good times roll perché la speranza (che non vada tutto in vacca) è l’ultima a morire, e perché Ray Charles è Ray Charles, e non si tocca.
In LTGTR troverete qualche news, qualche riferimento storico, qualche segnalazione, ogni tanto cose a caso ma mai a casaccio – a proposito, un saluto a Max Casacci, perché Microchip emozionale è stato, è e resta un disco incredibile. E poi, tanta tanta tanta buona musica. Secondo me, ovvio.
Buon ascolto, e chi non commenta sui social è un fan dei Modà!